Chi fa entrare Cristo, non perde nulla, nulla assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande.
Benedetto XVI
Mi hai chiamato, Dio dei miei padri, ad uscire dalla palude del peccato perché volevi che io provassi la gioia luminosa di una prateria, ove è possibile giacere, saltare, correre e cantare.
Mi hai chiamato, Dio dei miei padri, ad uscire dalla palude del peccato perché volevi che io provassi la gioia luminosa di una prateria, ove è possibile giacere, saltare, correre e cantare.
Mi hai strappato dalla schiavitù antica per farmi vivere nella libertà.
Ed io, o Signore, sono un uomo inquieto perché la libertà è una gioia, ma anche un tormento.
Ad ogni passo sono costretto a scegliere fra il bene e il male,
fra il peccato e la grazia, fra la tua parola e quella del maligno,
fra la polvere delle stelle e il fango della terra.
fra il peccato e la grazia, fra la tua parola e quella del maligno,
fra la polvere delle stelle e il fango della terra.
Quanta fatica, o Signore, hai messo nelle mie mani con la libertà!
Tu intanto stai in silenzio a guardare la mia libertà.
Stai a guardare le scelte che compio e i passi che faccio.
Stai a guardare le scelte che compio e i passi che faccio.
Se cado, per una scelta sbagliata, con dolcezza mi rialzi e continui a guardarmi. Se resto in piedi per una scelta giusta sorridi e continui a guardarmi. Sei un Dio fuori di ogni immaginazione!
Vuoi che cammini da me perché non sei né un dittatore o un plagiatore e nemmeno un carceriere che impedisce ogni mio passo, ma un Dio che ama solo e sempre chi è uomo libero e si fa perciò responsabile di sè e degli altri.
In Paradiso ci arriverò perché voglio e perché faccio quello che è necessario e non perché ci sono costretto da te.
La mia libertà di scelta è anche la grazia più bella che mi hai offerto perché mi fa uguale a te, Dio, appassionato amante della libertà. Amen.
A. Dini